mercoledì 17 settembre 2008

L'instabilità americana

Il colosso statunitense in questi ultimi periodi sta mostrando al mondo intero alcune caratteristiche sintomatiche della sua fragilità. Subito dopo il salvataggio dei due istituti di assicurazione dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac, che a detta di molti avrebbe dovuto salvare il sistema finanziario Usa, si è avuto il fallimento di una della quattro principali banche d'affari Usa, Lehman Brothers, che martedì aveva perso il 45% del valore delle sue azioni, denunciando perdite per un valore di 15 miliardi di dollari a causa della crisi dei mutui. Contemporaneamente, Merrill Lynch, un altro storico colosso di Wall Street, è sparito, travolto dalle perdite ed assorbito da Bank of America. Ma non basta, Aig, il colosso statunitense delle assicurazioni, è in grave crisi di liquidità ed è arrivato a perdere il 60%. Dopo aver richiesto a lungo un'ancora di salvataggio alla Banca centrale Usa (Fed), finalmente ha ottenuto una linea di finanziamento di 25 miliardi dal governatore dello Stato di New York e, soprattutto, 75 miliardi da una cordata di salvataggio composta da alcune banche sollecitate dalla stessa Fed.

Ma le conseguenze di tale crisi possiamo notarle non solamente negli Usa, basti pensare che il crollo Lehman ha trascinato con se molti mercati mondiali : l’Europa ha bruciato in una sola giornata ben 125 miliardi di dollari e in Cina il tasso d’inflazione ha avuto un drastico cambiamento passando dallo 0,27% al 7,2% in una sola giornata.

Busch non fa altro che continuare a rassicurare i propri concittadini, prevedendo il meglio sulla base della solidità dell’ordinamento americano ma la realtà è un’altra.

Gli Stati Uniti stanno mostrando al mondo intero la loro fragilità giorno dopo giorno, derivante dalla propria caratteristica di paese creditore. Gli Usa hanno un enorme debito dalle famiglie, dalle imprese e dal commercio estero, che è uno dei più grandi al mondo. Pertanto la stabilità americana deriva da continue somme di liquidità provenienti dall’estero, da paesi come la Cina, la quale investe i propri ingenti surplus in obbligazioni sui mutui ma specialmente in Buoni del Tesoro. Ma il tutto come ben si sa, può crollare da un momento all’altro come una lunga catena che porta l’economia sempre più al centro del vortice che in pochi giorni può distruggere ciò che si è costruito negli anni. Proprio subito dopo la notizia della crisi dei mutui, la Cina ha incominciato a ritirare obbligazioni detenute da Fannie Mae e Freddie Mac, stimolando una vera e propria fuga di capitali dal paese americano. Basti pensare che la Cina insieme al Giappone detiene più del 50% delle obbligazioni dei due Istituti. Proprio per il motivo di finanziamento estero che il paese americano ha nazionalizzato i due istituti, attraverso un’azione tesa a proteggere le obbligazioni in mano ad investitori esteri. Ma quanto costerà tutto ciò al paese americano?

Strettamente collegato alla nazionalizzazione degli Istituti è la socializzazione delle perdite di Fannie e Freddie, di cui lo Stato americano si è voluto caricare, per una cifra che ha un intervallo molto ampio e si aggira dai 200 ai 500 miliardi di dollari. La Fed subito dopo il crollo di Lehman ha iniettato nell’economia americana 70 miliardi di dollari (più ingente esborso economico dal settembre 2001) seguita dalla Banca Centrale Europea con 30 miliardi di dollari.

Tutto ciò confluisce in un carico abnorme del debito pubblico che possiamo aggiungerlo al già ingente debito derivante dal commercio estero. Pertanto il pericolo di insolvenza da parte del governo americano è molto più elevato di qualsiasi altro paese industrializzato.

L’economia americana, pertanto, è un po’ diversa da come ci appare dall’esterno e il suo “benessere” deriva nella maggior parte da investimenti esteri, che da un momento all’altro possono essere ritirati, anche per una semplice presupposizione. Inoltre gli Usa rimangono sempre il centro finanziario del mondo e qualsiasi cosa accada potrebbe causare ripercussioni sull’intero globo.

2 commenti:

Chemical ha detto...

hi marco thaks to leave your coment i my blog jaja it was very funny jaj bye
and nice to meet u too

Dani Gama ha detto...

danielagama@hotmail.com