venerdì 6 febbraio 2009

Anlisi Econometrica sulle morti per tumore (3)

ANALISI DEI DATI
Tale lavoro si propone di analizzare la distribuzione della mortalità per tumore nelle regioni italiane per poi passare ad un’analisi più specifica per provincia. I dati relativi alla mortalità, alla popolazione e i dati relativi alle principali cause di morte sono stati ripresi dai database Istat online del 2003. Globalmente si nota una grande variabilità nella mortalità per tumori tra il Nord e il Sud del paese, che più dettagliatamente possiamo analizzare nei dati di ogni regione. Pertanto ho deciso di analizzare attraverso un’inferenza statistica quale potesse essere la causa di maggior rilievo che stesse alla base di una continua proliferazione tumorale. Di certo le cause non possono essere analizzate nella loro globalità poiché sarebbero talmente elevate le cause, note o meno, che potrebbero comportare la nascita di forme tumorali. Di conseguenza ho analizzato in prima istanza il numero di decessi sull’intero territorio nazionale, prima per regione, poi per provincia e successivamente ho analizzato tali dati comparandoli con le cause di maggior rilievo: reddito pro-capite, numerosità di individui anziani e posizionamento delle centrali nucleari.
3.1 La mortalità per tumore
La prima variabile che ho preso in considerazione, nonché quella attorno a cui si incentra l’analisi statistica è il numero di decessi per tumore. A tale scopo ho raccolto dei dati[1] riguardanti la popolazione residente e il numero dei decessi per tumore per ogni regione italiana e per paragonare i dati di ogni regione ho analizzato un coefficiente di mortalità per ogni diecimila abitanti: Morti per causa tumore/( Popolazione/10000). Si possono analizzare i dati ottenuti nella tabella seguente.
[1] Fonte Istat: banca dati del 2003.
Da una breve analisi dei dati si evince che la media nazionale di decessi per tumore (46), calcolata sul numero di morti ogni diecimila abitanti, è superata di gran lunga in regioni che si trovano nel settentrione del nostro paese: Lombardia (50), Piemonte (53.7), Friuli Venezia Giulia (55.9), Emilia Romagna (55.4), Liguria (60.4), ecc...
Mentre nel meridione le stime relative alla mortalità sono notevolmente inferiori: Campania (37.9), Basilicata (36.6), Puglia (37.7), Sicilia (36.8), ecc…
Ciò avvalora la tesi iniziale e ci esorta a proseguire nell’analisi statistica in modo tale da far emergere le cause di queste anomalie geografiche.
In tale capitolo viene fatto riferimento ai dati regionali per rendere più evidente l’analisi dei valori. Successivamente, nel capitolo della regressione statistica, si prederanno in considerazione i dati su base provinciale, visionabili nelle tabelle riportate alla fine di tale lavoro, per rendere più precisa e specifica l’analisi statistica.

3.2 Reddito pro-capite
La seconda variabile presa in considerazione è il reddito pro-capite per ogni regione italiana. La scelta di tale variabile deriva da un’analisi pubblicata dal Corriere della sera[1], secondo cui i morti per tumore sono maggiori in regioni e paesi sviluppati che nelle zone in via di sviluppo. Ciò deriva dalla conseguenza che l’elevato tenore di vita può comportare eccessi sia nell’alimentazione sia nell’abuso di qualsiasi altro tipo di bene: alcool, sigarette, beni di lusso nocivi alla salute, ecc… oltre alle strutture meno adatte alla diagnosi e cura delle forme tumorali.
[1] Corriere della sera, 19 dicembre 2007.
Da una prima analisi si nota una certa analogia di dati tra il reddito delle regioni più sviluppate, poste nel Nord d’Italia, e il numero di decessi.
Come nel paragrafo precedente nel settentrione abbiamo un reddito medio che supera la media nazionale, pari a circa 19300€: Lombardia (22800), Trentino Alto Adige (26511), Veneto (22457), Friuli Venezia Giulia (22946), ecc… Mentre nel meridione i redditi sono di gran lunga inferiore: Puglia (13427), Calabria (12763), Sicilia (13647), Campania (13752), ecc…

3.3 Numero di anziani
Un’altra variabile presa in considerazione nell’analisi statistica è il numero di over-65 presenti all’interno del territorio preso in considerazione. Tale decisione deriva da una particolare propensione della popolazione anziana a contrarre malattie tumorali derivante dalle scarse difese immunitarie presenti nell’organismo e dall’accumularsi dei danni genetici con il passare degli anni.
Secondo un’analisi del Corriere della Sera fra gli anziani i tumori sono dieci volte più diffusi che nel resto della popolazione[1]. Pertanto come per la variabile della mortalità, ho considerato un indice oggettivo, indipendente dalla popolazione presente nella regione, cioè il numero di over-65 presenti ogni dieci mila abitanti: N. Over-65/(Popolazione/10000).
[1] Corriere della Sera, 9 maggio 2006.

3.4 Radioattività
L’ultima variabile presa in analisi è la radioattività proveniente dalle scorie residue ancora presenti sul territorio nazionale derivante dalla produzione di energia nucleare.
Nonostante le centrali nucleari in Italia sono chiuse dal referendum del 1987, sono ancora presenti sul territorio nazionale 53 mila metri cubi di rifiuti nucleari, quanto un intero palazzo sessanta piani. In realtà le centrali, più che chiuse, sono in stato di “custodia protettiva passiva” preservando, ancora, al loro interno materiale radioattivo. Gli effetti delle radiazioni sulla materia vivente sono prodotti attraverso lo stesso meccanismo della ionizzazione per la materia inanimata. I danni più gravi si hanno quando le radiazioni ionizzanti colpiscono la molecola di DNA, presente nel nucleo di ogni cellula. L’entità dei danni dipende, in primo luogo, dalla dose di radiazione; in secondo luogo, dall’organo colpito, che può essere vitale o non vitale ed infine dal tipo di danno cellulare: una cellula colpita può essere distrutta completamente, oppure può essere alterata senza essere distrutta; in quest’ultimo caso c’è la possibilità che si attivi il processo di proliferazione anomala che sta all’origine della carcinogenesi o di qualsiasi altra forma tumorale.
Il capitolo successivo è dedicato interamente all’analisi nucleare poiché non è una variabili statisticamente oggettiva come le precedenti ma ha bisogno di alcune analisi matematiche per la sua considerazione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi piacerebbe avere i dati regionali,io vivo in Veneto, a marcon. Grazie 3355953761@tim.it