venerdì 6 febbraio 2009

Analisi Econometrica sulle morti per tumore (4)

IL NUCLEARE IN ITALIA


Sul territorio nazionale sono presenti cinque centrali nucleari, otto depositi di scorie radioattive e sei reattori, ognuno dei quali contiene ancora al suo interno del materiale radioattivo poiché in Italia ancora non è stato trovato un sito dove stoccare le scorie.
Le centrali nucleari che sono presenti sul territorio nazionale sono:
§ Caorso, (10)[1] vicino Piacenza, la più grande d’Italia. Fu spenta con il referendum del 1987, al suo interno ospita ancora tutto il materiale radioattivo (1880 di rifiuti radioattivi e 187t di combustibile irraggiato);
§ Garigliano, (10) in provincia di Caserta, chiusa dal 1978 quando un guasto ad un generatore di vapore non ne ha permesso più la riapertura poiché non più economicamente conveniente. Parte delle scorie sono state trasferite in Inghilterra (alla quale l’Italia tuttora continua a pagare un affitto per il loro deposito), altre sono state seppellite sotto terra in buste di plastica inconsciamente durante gli anni sessanta, creando un danno irreparabile alla flora e alla fauna locale; le rimanenti sono ancora presenti all’interno della centrale (2500 di scorie radioattive);
§ Trino, (7) in provincia di Vercelli, che ha funzionato solamente per tredici anni e ferma i restanti anni per le manutenzioni straordinarie. Essa presenta al suo interno ancora tutto il suo cuore radioattivo (780 di scorie radioattive e 15t di combustibile irraggiato);
§ Latina, (7) nel Lazio, fu la prima ad entrare in funzione nel 1962, con un reattore basato su una tecnologia a gas grafite e alimentato con un combustibile a uranio naturale. Tuttora ospita al suo interno 90 di scorie radioattive.

Nel restante territorio nazionale sono presenti depositi di scorie radioattive:
§ Saluggia, (7) in provincia di Vercelli;
§ Casaccia, (7) in provincia di Roma;
§ Guanzate, (5) in provincia di Como;
§ Udine, (5);
§ Forlì, (5);
§ Taranto, (5);
§ Termoli, (5) in provincia di Campobasso;
I prime due sono più critici dei restanti poiché contengono materiali radioattivi definiti di terza categoria, i più pericolosi da stoccare (necessitando centinaia di migliaia di anni); i restanti sono tutti depositi di seconda categoria, cioè generalmente di origine ospedaliera, meno pericolosi e con un tempo di decadenza radioattiva di poche centinaia di anni.

E infine ci sono dei reattori nucleari destinati ad attività di ricerca militare e civile:
§ Legnaro, (6) in provincia di Padova;
§ Ispra, (7) provincia di Varese;
§ Voghera, (5) provincia di Pavia;
§ Montecuccolino, (6) in provincia di Bologna;
§ Pisa, (5);
§ Palermo (5).


























[1] Coefficiente di radioattività creato in base ai metri cubi di materiale radioattivo e combustibile irraggiato presente all’interno della centrale.

Nessun commento: